Le sostanze oppiacee derivano da una pianta conosciuta da sempre, il Papaver Somniferum, ossia il papavero da oppio, che ha un’azione importante a livello del sistema nervoso centrale e il principio attivo è stato rielaborato dall’industria farmaceutica per ricavare medicinali da utilizzare nella lotta al dolore; questi farmaci inibiscono la trasmissione degli stimoli dolorosi.
Le droghe più conosciute preparate a partire dall’oppio sono l’eroina e la morfina.
È soprattutto grazie a quest’ultima che si hanno gli effetti dell’oppio sull’organismo, ha proprietà narcotico analgesiche (induce uno stato di tranquillo torpore e lenisce i dolori più intensi e profondi).
Ad oggi la maggior coltivazione di oppio viene sfruttata per produrre l’eroina, una sostanza altamente pericolosa e nociva per l’essere umano.
Chi assume questa sostanza afferma di sentire sensazioni immediate piacevoli (riduzione della tensione, dell’ansia e della depressione), ma dopo poche ore il benessere cede il passo a sonnolenza, apatia, difficoltà di concentrazione, nausea, vomito, fino ad arrivare, in caso di overdose, ad un arresto respiratorio.
La dipendenza da queste sostanze, oltre a conseguenze fisiche gravi, ha ripercussioni importanti anche a livello socio-relazionale; insorgono compromissioni dei legami famigliari, amicali e lavorativi. La ricerca costante di una dose fa sì che ogni relazione intrapresa abbia come unico scopo il procurarsi denaro per acquistare altri stupefacenti.
La disintossicazione e la perdita di dipendenza da sostanze è possibile, ma è necessario non essere soli nel percorso di cura. Si ha bisogno di un supporto psicologico, accompagnato da una forte motivazione e sostenuto anche dai diversi centri di prevenzione e disintossicazione presenti sul territorio nazionale. Molto spesso è necessario un supporto farmacologico che aiuti nel superare le sensazioni spiacevoli, sia psicologiche che fisiche connesse alla dipendenza
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